Introduzione
Buongiorno a tutti e benvenuti a questo incontro di studio caratterizzato da un'ampia riflessione sulla funzione notarile nel tumultuoso evolversi della società nella quale siamo chiamati ogni giorno a svolgere la nostra attività professionale.
Un sentito ringraziamento rivolgo al Presidente del Consiglio Nazionale del Notariato, Salvatore Lombardo, ed al Presidente del Consiglio di Amministrazione della Cassa Nazionale del Notariato, Mario Mistretta, per la loro presenza particolarmente significativa in un momento nel quale il Notariato istituzionale è chiamato ancora una volta a proporsi e confrontarsi in termini di programmazione e prospettiva per il nostro futuro.
La funzione nel mutato contesto familiare e sociale è un titolo che devo alla ormai tradizionale consuetudine di scambio di opinioni pre-organizzativo con l'amico Vincenzo Pappa Monteforte, stavolta rafforzata da un decisivo intervento integrativo di Massimo Palazzo, colleghi entrambi che ascolteremo nel corso delle sessioni scientifiche nelle quali si articola il nostro evento.
Come ho scritto nelle note introduttive che accompagnano la locandina dell'evento, una riflessione sul ruolo del notaio si impone e trova un filo conduttore unitario nella nostra attività di vicinanza, di costante presenza al fianco dei cittadini e delle imprese, ruolo da sempre peculiare per i notai, ma che il legislatore ha voluto di recente ancor più evidenziare con riferimento a compiti di tutela a fronte di situazioni di fragilità sociale.
Un ringraziamento particolare rivolgo ai relatori, dal carissimo past president Maurizio D'Errico ai consiglieri nazionali Roberto Martino e Michele Nastri, a Mino Romano e Ubaldo La Porta, in prima linea nell'attività di studio e di ricerca ai componenti del Consiglio Notarile Distrettuale che ha patrocinato l'evento Paolo Aponte e Dino Falconio, tutti autorevoli colleghi che da sempre hanno dedicato tempo ed energie all'impegno istituzionale e scientifico: dai loro interventi emergerà una riflessione lucida ed insieme critica che spazierà dall'evoluzione delle forme contrattuali all'operatività nel delicato ambito della riscossione dei tributi, soffermando l'attenzione sulla nuova frontiera dell'innovazione digitale, riguardata con sagacia senza mai perdere di vista il fattore umano, ed ancora prenderà in esame il costante sviluppo della giurisprudenza della Suprema Corte che, incurante di velleitarie ricostruzioni di autorità amministrative, prosegue nel ridisegnare il ruolo del notaio, custode della legalità ed al contempo esperto di alta qualificazione giuridica connotato da forte valenza dentologica.
Devo al confronto con questi colleghi ed amici la "costruzione" delle sessioni scientifiche che caratterizzano lo svolgimento dell'odierno convegno di studi.
Come faccio oramai da oltre trent'anni – trentadue a voler essere pignoli – ma stavolta, non so perché, in maniera ancora più forte e determinata, mi sono speso sino all'ultima goccia di energia per la preparazione, l'organizzazione e l'auspicata buona riuscita del nostro incontro, nella convinta consapevolezza che da questo confronto possano venire spunti e considerazioni utili ad orientare scelte e prospettive della nostra amata professione.
Mi auguro davvero che chi in futuro mi succederà in questo ruolo così delicato ed impegnativo, carico di oneri più che di onori, possa avere altrettanto a cuore l'impegno istituzionale operando con lo stesso entusiasmo e la stessa passione che sempre mi hanno accompagnato nel promuovere attività formative incentrate sulle questioni che più abbiamo a cuore e sentiamo vicine.
Questi ideali, queste passioni ci hanno guidato nella scelta del nostro percorso professionale e ad esse dobbiamo restare saldamente ancorati.
Non mi sfugge, so bene quanto oggi possa suscitare attrazione, forse anche ammirazione, un modello di attività notarile manageriale, nel quale «il notaio assegnerebbe la certificazione fidefaciente ed il ruolo di alto consulente dei contraenti ad un complesso organizzato aziendale, nel quale sia prevista la sua supervisione», senza troppo apparire.
Ma altra deve essere la nostra attrazione, l'ammirazione va rivolta, ne sono profondamente convinto, ad una realtà nella quale il notaio "deve apparire" e non soltanto parlare con i propri atti, affermando in maniera decisiva l'avvedutezza, l'accuratezza, la sensibilità, in una parola sapienza e cultura, sentita consapevolezza del ruolo fondamentale assegnatogli nella trama complessa dei sempre più diffusi traffici giuridici negoziali.
Sono certo che in questa direzione la nostra funzione, nel mutato contesto familiare e sociale, conserverà quella centralità che ne giustifica la stessa esistenza.