Giuffré Editore

Servizi notarili alla luce delle nuove piattaforme tecnologiche


di Antonino Mazzeo

Ordinario di Impianti per l'elaborazione delle informazioni, Università Federico II di Napoli


L’interrogativo principale posto ai vari relatori dagli organizzatori del convegno rivolto alla categoria dei notai, definiti “notai digitali”, è stato il seguente: «le nuove tecnologie comportano solo un mutamento delle forme del paesaggio giuridico, che lascia inalterata la sostanza della funzione, oppure hanno trasformato il notaio novecentesco in una figura professionale diversa da quella consegnataci dalla tradizione? »

In seno al convegno, nella tavola rotonda sul tema “Rapporto tra interpretazione, forma e registrazione”, moderata dal prof. Ferraris, si è dibattuto, inoltre, sul futuro della professione notarile a seguito dell’introduzione dell’atto informatico e delle nuove tecnologie, che rappresentano la sfida con cui nei prossimi anni dovrà confrontarsi il Notariato.

In linea con quanto dibattuto nella tavola rotonda, la presente relazione, analizza l’effetto dell’introduzioni delle nuove tecnologie – in particolare le tecnologie dei blockchain, smart-contract e delle piattaforme tecnologiche, anche alla luce delle potenzialità offerte dell’intelligenza artificiale – applicate ai processi di trattamento documentale, e dei servizi avanzati di contrattualistica, e tenuta dei registri, di interesse per il Notariato, e si fanno osservazioni su come tali innovazioni possano incidere o cambiare, nel futuro prossimo, la professione del notaio e dei servizi da essa gestiti.


L’attuale sistema informatico notarile e la sua evoluzione sin dagli anni ‘90

Sin dagli anni ’90, il CNN ha investito nella digitalizzazione dei suoi servizi e si è reso promotore dell’innovazione nel trattamento dei documenti digitali. Per finalizzare tale strategia, nel 1997 ha costituito la Notartel SpA, di proprietà del Consiglio nazionale del Notariato e della Cassa nazionale, con la finalità di realizzare e gestire i servizi informatici e telematici, tradizionali e innovativi, per i notai italiani. Il modello operativo della Notartel è stato ed è quello di integrare i servizi interni allo studio notarile, realizzati in proprio o da terze parti, con quelli della P.A. e di privati verso il Sistema informatico unico del Notariato.

Negli anni precedenti al ’97, i notai italiani, in autonomia, perseguivano la tradizionale informatizzazione gestionale dei loro studi, incentrata prevalentemente sul processo di gestione dell’atto notarile e su applicativi di contabilità e gestione amministrativa. Gli applicativi di studio sono da sempre stati sviluppati da un limitato numero di case software specializzatesi per rispondere alle particolari esigenze del mercato dei potenziali circa 5000 notai italiani e dei loro studi, sparsi nel territorio nazionale. 

La realizzazione di una rete telematica nazionale (la Run, Rete unitaria del Notariato), quando ancora la diffusione di Internet era limitata, o addirittura assente in taluni luoghi nazionali, è stata il primo elemento abilitante per l’aggregazione degli studi notarili e pervenire a un sistema di servizi notarili integrato e diffuso, aperto alle PP.AA., e ai cittadini. 

Il primo servizio applicativo sviluppato sulla Run è stato quello delle “visure catastali telematiche”, a seguito di una convenzione specifica tra CNN e il Ministero delle Finanze.

Dal 2002 Notartel, divenendo certificatore accreditato, oggi prestatore di servizio fiduciario, gestisce la firma digitale e il servizio di Posta elettronica certificata dei notai italiani per conto il Consiglio nazionale del Notariato, mentre dal 2013 si qualifica, sempre per conto del Consiglio nazionale del Notariato, come Conservatore degli atti informatici dei notai italiani. Dal 2016 è accreditata presso AgID nell’elenco dei Conservatori di documenti informatici.

L’innovazione realizzata sin dal ’97 è stata rivolta allo sviluppo di alcuni servizi essenziali per la categoria notarile e, in particolare, alla gestione completa dell’atto notarile informatico (reso possibile da una apposita norma che introduce l’atto informatico), inteso come documento digitale, dalla sua formazione alla conservazione, gestione resa possibile dall’impiego della firma digitale, delle firme grafometriche, e del sistema di conservazione a lungo termine, innovazioni, queste, tutte basate sull’impiego di nuove tecnologie offerte dall’area dell’Ict e dagli standard de iure e/o de facto sviluppatisi (intensa è stata l’attività del legislatore italiano, avviata nel ’97 con la legge Bassanini sull’introduzione della firma digitale, seguita negli anni dalle norme europee in materia).

Il tradizionale processo di stipula di un atto e molti degli altri processi documentali informatizzati o in corso di informatizzazione nelle PP.AA., sono però rimasti simili, o addirittura identici, rispetto a quelli precedentemente in essere e basati sull’uso del documento cartaceo. 

La funzione del notaio e le attività da esso svolte in seno al ciclo documentale di formazione dell’atto digitale non sono cambiate in quanto, per la maggior parte dei processi burocratici in uso, non sono cambiate le norme, spesso numerose, primarie e stratificatesi nel tempo, che li regolano e vincolano. 

I nuovi processi burocratici basati sul documento elettronico sono spesso realizzati copiando o imitando quelli cartacei precedentemente utilizzati, ignorando del tutto le possibilità avanzate di gestione dei dati e dei documenti digitali offerti dai moderni sistemi informatici collegati in rete. 

Ne consegue che la trasformazione di un simile processo burocratico non può che essere parziale e limitata ai soli aspetti di efficientazione e di semplificazione delle funzionalità e servizi informatici da fornire agli utenti destinatari (operatori di servizio e utenti finali). A ciò si aggiunge che i profili delle figure professionali principali coinvolte in tali processi non subiscono eccessivi cambiamenti, fatta eccezione della sostituzione di talune risorse aventi ruoli più operativi e non decisionali.

Nella professione notarile, ad esempio, l’introduzione delle visure ipotecarie e catastali telematiche avvenuto negli anni ’90 e la maggiore informatizzazione degli studi ha di fatto eliminato il ricorso agli operatori detti “visuristi” e ha anche ridotto il numero di dipendenti di uno studio notarile, ma non ha cambiato certamente le funzioni e le attività del notaio che nella stipula dell’atto applica le stesse procedure che utilizzava con il sistema documentale cartaceo.

Non è illogico immaginare, alla luce di un’economia digitale sempre più globale e pervasiva e sotto la forte propulsione di nuove tecnologie emergenti e abilitanti (quali, ad esempio, big data, intelligenza artificiale, blockchain, smart-contract, connettività totale, Internet of things, etc.) che i processi burocratici, e quelli notarili, possano cambiare anche radicalmente e essere aperti a nuovi soggetti di altre categorie professionali o a enti privati qualificati e lo stesso ruolo del notaio potrebbe subire dei cambiamenti.

In tal caso non si tratterebbe, quindi, di riqualificare alcuni dei profili professionali più operativi in forza all’interno del sistema notarile (studi, Notartel, CNN), quale è stato nel passato il visurista, ma a cambiare sarebbe il ruolo dello stesso notaio.

Cosa accadrebbe allora se, nel prossimo futuro, sempre maggiori funzioni notarili fossero devolute a un “Notaio virtuale” operante all’interno di un’avanzate piattaforma tecnologica? Come dovrebbero essere ripensati in tal caso i processi di contrattualistica e pubblicità?

È noto che l’introduzione di nuove tecnologie delle informazioni richiede la sostituzione di professionalità più semplici, con professionalità più qualificate e specializzate che, purtroppo, non sempre i centri di formazione (scuole, università, scuole post laurea, etc.) riescono a fornire nei tempi giusti, non riuscendo ad adeguarsi ai tempi rapidi di evoluzione delle tecnologie.

Ad esempio, i cambiamenti introdotti dalla piattaforma tecnologica Uber nel sistema dei trasporti urbani (Uber collega autisti partner con utenti tramite un'App per smartphone), ha portato a una sostanziale revisione del tradizionale trasporto con i taxi e dello stesso ruolo del tassista (da cui le recenti contestazioni in più nazioni della EU e degli Usa fatta dai tassisti).

Resisteranno i tassisti nel tentativo di frenare questa richiesta di cambiamento globale abilitata da simili piattaforme? E per quanto tempo?

Si richiede, pertanto, un’attenta analisi per valutare concretamente quello che potrebbe essere il ruolo del notaio, sempre nel rispetto della sua funzione principale di garante, verso nuove e più complesse funzionalità strumentali allo sviluppo di nuovi servizi notarili.

Tali analisi, certamente già avviata nei lavori della Commissione informatica del Notariato e già trattate in altri convegni sul tema, sono state trattate nella tavola rotonda coordinata dal prof. Maurizio Ferraris dall’ottica del notaio come soggetto capace di costituire “oggetti sociali” caratterizzati dalla semantica del documento/atto da lui prodotto. Asserisce Ferraris nella sua relazione:

«… Attualmente viene mossa una critica alla professione notarile, critica legata soprattutto all’introduzione del documento digitale – che renderebbe superfluo l’intervento del notaio come soggetto capace di costituire gli oggetti sociali. A questa critica intendiamo rispondere attraverso la teoria della documentalità, per cui i documenti e i dispositivi su cui essi sono iscritti e registrati assumono una funzione centrale. Grazie alla prospettiva documentale, la funzione del notaio come soggetto capace di costituire oggetti sociali è posta al centro dell’ontologia sociale e non ai suoi margini, poiché per effettuare il raccordo tra forme del diritto (interpretazione), intenzioni e richieste dei soggetti, e capacità di operare attraverso i nuovi dispositivi informatici (tecnica) – è necessaria una competenza specifica.

Riteniamo che l’introduzione dell’informatica non faccia altro che amplificare e rafforzare il ruolo complesso e delicato del notaio in quanto soggetto capace di costituire un raccordo tra vita, realtà e sistema giuridico – attraverso (è questo il punto) la documentalità …».


Principali innovazioni tecnologiche e nuovi scenari

Per approfondire tali questioni e al fine di delineare le possibili evoluzioni future della professione notarile, si ritiene utile qui illustrare brevemente quelle che sono le principali innovazioni tecnologiche e gli scenari con cui ci si dovrà confrontare nei prossimi anni, anche con riferimento a quanto sta già sta avvenendo in altri settori industriali (ad es. settore dei servizi, retail, travel, trasporti ecc.), anche grazie alla diffusione di innovative "piattaforme digitali" (ad es. Amazon, Uber, AirBnB, Alibaba).

Di seguito è riportata sinteticamente la descrizione delle tecnologie di interesse. 

Tali tecnologie e le loro potenziali applicazioni, ritenute abilitanti dei possibili nuovi scenari relativi alle negoziazioni e alle forme di pubblicità tramite registri accessibili in Internet, sono state e sono oggetto di studio da parte di un gruppo di lavoro della Commissione informatica del CNN e molte delle considerazioni di seguito riportate sono state elaborate in esso.


Blockchain

Con il termine blockchain ci si riferisce a una soluzione tecnologica per la realizzazione e gestione di un Registro (ledger) condiviso, mediante una base dati distribuita, in grado di memorizzare e tracciare tutte le transazioni di interesse. Il database è replicato su molteplici nodi di una rete e organizzato in blocchi di registrazione di transazioni. Ciascuna transazione e ciascun blocco sono ordinate, marcate temporalmente, frittate e verificate e validate da tutti i nodi della rete secondo un algoritmo di validazione (mining). 

In base alle caratteristiche di operatività dei nodi della rete, una blockchain può operare in modo aperto, chiuso o ibrido. Si evidenzia che la blockchain chiusa è di interesse solo per quei sistemi, ad esempio quello bancario, che decidono di cooperare fra pari (peer-to-peer), mentre quella aperta è tipica delle applicazioni quali la  bitcoin che è il più diffuso sistema di blockchain sviluppato per la gestione della moneta elettronica virtuale e transnazionale, oggetto di valutazione, approfondimento, critiche e sperimentazioni sia dai governi centrali sia dalle banche sia dai sistemi industriali sia dalle organizzazioni criminali che ne fanno ampio uso.

I sistemi basati su tecniche blockchain sono sistemi di registrazione distribuita gestiti da più nodi. La garanzia della non modificabilità di una registrazione e della sua conservazione è data proprio dalla pluralità di soggetti diversi che conservano l’informazione di una registrazione, facendo impiego di meccanismi di votazione per garantire la correttezza del processo di registrazione. 

Con riferimento al sistema notarile, i registri di interesse, realizzabili anche, ma non solo, con la tecnologia dei blockchain sono quelli che garantiscano la registrazione di transazioni anche complesse in termini di volume di contenuti da trattare per una specifica contrattualistica, dando garanzia di certezza alle parti. I modelli di riferimento per la realizzazione di tali registri a cui riferirsi, così come anche evidenziato in un rapporto del gruppo della Commissione informatica del Notariato che segue tale tematica, sono sinteticamente i seguenti tre:

  1. identificazione, per la gestione delle registrazioni, di un Soggetto/Ente, riconosciuto come fidato da tutte le parti (terza parte fidata);
  2. sistemi di registrazione distribuiti gestiti da più soggetti qualificati e riconosciuti di pari livello di fiducia. Ciascun soggetto gestisce un nodo e il modello prevede che ogni nodo abbia una copia coerente delle registrazioni e operi in autonomia con strutture proprie, garantendo il coordinamento con altri soggetti che partecipano al sistema. I soggetti partecipanti potrebbero definire dei criteri minimi di sicurezza e prestazioni. Ciascun soggetto ha concettualmente la capacità di operare in modo singolo, godendo della fiducia di tutti i terzi interessati. La possibilità di gestire un registro in modo distribuito risponde a criteri operativi o normativi che allo stato identificano la presenza di più possibili soggetti qualificati abilitati da norme alla registrazione di documenti (blockchain chiusa a soggetti qualificati). Ciò comportata la possibilità:
    1. che nessun soggetto perda la propria prerogativa di essere un Ente di registrazione che opera in autonomia, ma anche in modo da garantire la coordinazione complessiva del sistema;
    2. di poter garantire la tenuta a norma di documenti per documentare l’avvenuta registrazione, anche per rispettare eventuali norme nazionali o internazionali sulla conservazione di documenti (si pensi a una rete di registrazione e condivisone per la gestione di “apostille” tra i notai europei in uno scenario di internazionalizzazione delle transazioni economiche);
    3. della disponibilità di più copie coerenti in caso di guasto o di un soggetto che decida di non partecipare più al sistema di gestione distribuita;
    4. di rendere accessibili le registrazioni per interrogazioni, senza la necessità di dover gestire le credenziali d’accesso di tutti i potenziali utenti interessati; in quanto ogni soggetto della rete identifica i suoi utenti e questi possono consultare la “copia del registro” del proprio Ente. Gli Enti gestiscono la registrazione in modo distribuito e ogni utente può accedere tramite il proprio sistema ai registri indipendentemente dall’Ente che ha effettuato la registrazione.
  3. Sistemi di registrazione distribuiti gestiti da soggetti di pari livello di fiducia (non si fa alcuna ipotesi sulla qualificazione dei soggetti), che possono dare certezza alla registrazione solo nel caso di una votazione a maggioranza di tutti i soggetti che partecipano al sistema di registrazione (blockchain aperta). In questo caso la garanzia è solo nella votazione a maggioranza delle informazioni contenute in una registrazione e ha senso per informazioni di limitata complessità e per un numero significativo di utenti che garantisca un senso alle votazioni a maggioranza. Tale modello non è, di fatto, di pratica applicazione per il Notariato, caratterizzando esso un sistema a votazione a maggioranza tra soggetti non qualificati.

Il primo modello è particolarmente interessante per il Notariato in quanto consente la registrazione di documenti con data certa e identificazione dei soggetti. Tuttavia, tale possibilità con la firma digitale e la marca temporale sarebbe possibile anche in altra modalità per molte applicazioni. 

Inoltre, se i documenti registrati potessero essere in diversa forma notificati a soggetti potenzialmente interessati (una notifica certa e qualificata) si permetterebbe al Notariato di assumere un ruolo di particolare rilevanza. I soggetti interessati dovrebbero effettuare una sottoscrizione per manifestare la loro volontà a essere messi a conoscenza del verificarsi di un evento di registrazione. Gli eventi di notifica, che danno certezza per la loro provenienza, potrebbero anche essere inviati a una rete di tipo blockchain, o essere utilizzati come eventi abilitanti un’azione negli smart-contract. La notifica degli eventi in rete in modo certificato è un problema d’interesse generale.

Un esempio di applicazione di tale modello è quello in cui all’avvenuto deposito presso un notaio di un avvenuto pagamento, di un verbale assembleare o della produzione di un documento in genere relativo all’esecuzione di un avvenuto adempimento contrattuale, viene generato un messaggio in posta certificata che può abilitare o in modo automatico una degli eventi abilitanti previsti in uno smart-contract o essere notificato a una qualsiasi controparte. Non si tratta di semplici depositi, ma di depositi con notifica a terzi e possibilità di certificazione nel tempo.

Altro esempio, in logica di blockchain è quello relativo alla possibilità di notifica di eventi anche a tutti gli utenti di un gruppo operante in tale modalità. Ad esempio, in una rete di assicuratori che gestisce un registro in modalità blockchain, la comunicazione di un avvenuto passaggio di bene.

Si fa infine osservare che, nel caso di atti notarili, essendo il Notaio per la sua funzione l’unico soggetto deputato a svolgere funzioni di certificazione per gli atti di sua competenza la garanzia sulla corretta registrazione è data dall’impiego della firma digitale del notaio, dalla marca temporale e dai sistemi di conservazione a norma. Tale modalità di funzionamento è quella utilizzata per la gestione registri sussidiari. I sistemi di firma e conservazione operano rispettando norme e regolamenti e sotto la certificazione dell’Agid. Ne deriva che sistemi di registrazione di tipo blockchain hanno interesse per il Notariato se relativi a processi che prevedono la registrazione di atti da parte di diversi soggetti qualificati, che hanno autonomia propria e non dispongono di un sistema unico e qualificato di registrazione. In tal modo è possibile la condivisone delle informazioni registrate non privando i soggetti delle proprie autonomie e prerogative ai poteri di registrazione.


Piattaforme tecnologiche e smart-contract

Dall’introduzione e diffusione di tali piattaforme tecnologiche emerge un nuovo modello di servizi, apparentemente più piatto e più partecipativo, in cui i clienti si impegnano direttamente l'uno con l’altro, al di fuori di leggi che garantiscono la tradizionale convivenza democratica. 

In tali sistemi l’affidabilità degli operatori/utilizzatori è di fatto garantita da un sistema in grado di verificare velocemente e globalmente la reputazione di tutti i soggetti coinvolti nel sistema stesso. 

Se si considera, ad esempio, il caso della già citata piattaforma tecnologia di Uber per il noleggio di auto per il trasporto, ove nell’erogazione del servizio un cliente (l’utilizzatore) risultasse sgradevole o un guidatore avesse un comportamento maleducato (autista fornitore del servizio), tutti lo potranno sapere quasi immediatamente, mediante i meccanismi di valutazione puntuali utilizzati nella piattaforma e basati sui giudizi dei singoli coinvolti (clienti/utilizzatori), e ciò indipendentemente da leggi specifiche che controllano e sanzionano eventualmente il comportamento dei cittadini. 

Ai fini del servizio offerto da una piattaforma, tali leggi, di fatto, non sono più necessarie in quanto le regole della piattaforma sono applicate a tutti i soggetti interessati ai servizi e convivono e non confliggono con le leggi nazionali vigenti. Ciò diventa una necessità nel caso in cui il servizio è globale e transnazionale, e quindi non assoggettabile a una specifica normativa nazionale.

Le piattaforme tecnologiche, non sono dei normali portali web di contenuti e servizi, anche se ne usano in parte le tecnologie realizzative. Esse ricorrono a tecnologie avanzate di localizzazione dei soggetti (location awareness), cloud and data analytics e implementano dei processi complessi e coordinano l’attività di numerosi soggetti con funzioni differenti, in seno a un modello di business ed economico nuovo rivolto a una elevatissima numerosità di utilizzatori e operatori indipendenti sparsi su scala globale. Le piattaforme tecnologiche riducono la distanza tra i produttori e i consumatori di un servizio, delocalizzando il lavoro e introducendo un modello basato non più su pochi grandi operatori di settore che gestiscono ampie fette di mercato ma sull’uso di numerose piattaforme, ciascuna dedicata a offrire servizi a settori diversi. Il lavoro, non più dipendente, è mediato da dette piattaforme che realizzano i loro servizi coinvolgendo attori di vario tipo, con professionalità e credibilità via via certificate e tracciate in seno alla piattaforma stessa, vincolati a operare secondo regole comuni condivise.

Per il Notariato risultano rilevanti le nuove “Piattaforme Tecnologiche” orientate principalmente alla contrattualizzazione di beni e servizi e, in particolare, allo sviluppo di nuovi modelli di gestione delle transazioni economiche basate su documenti digitali (scritture private, registrazione e deposito di documenti tecnici, verbali, documenti attestanti transazioni, etc.) e trasmissioni telematiche.

Per meglio inquadrarne i vantaggi o i rischi, si fa cenno di seguito a talune piattaforme tecnologiche già affermate o in corso di sviluppo.

Si fa notare innanzi tutto che molti dei progetti di nuove piattaforme commerciali, sono oggi avviati con ricorso a una forma di finanziamento detta di “crowdsale”, un’offerta di vendita al pubblico (Ico = Initial coin offerings). Chi avvia il progetto mette in vendita una certa quantità di “token” a un valore base utile a finanziarlo. La valuta usata è solitamente la criptovaluta.

Una crowdsale non è nient’altro che una vendita di criptovalute, o token, da parte dell’azienda che ne detiene una certa quantità e che solitamente coincide con l’azienda che ha creato e gestisce un certo progetto che si basa sulla criptovaluta stessa. La crowdsale è sostanzialmente una forma di finanziamento di un progetto iniziale o di una sua successiva fase evolutiva. È l’equivalente di una vendita dell’azione della propria società, ma basata sui token e cryptovalute.

Ad esempio, secondo la classifica di Cyber fund [url: https://cyber.fund/], risulta che Bitcoin, Ethereum, BitShares, Litecoin e Steems sono, le prime 5 aziende che si finanziano con la crowdsale.

La crowdsale di Ethereum è avvenuta dal 22 luglio al 2 settembre 2014 e ha immesso sul mercato 60Milioni di Token per un controvalore di 31,5 mila Btc.

Come esempio di tipologia di servizi di contrattualizzazione vicini al mondo del Notariato che stanno cominciando a essere proposti sul libero mercato e come progetti crowdsale, si riportano brevemente il caso di una piattaforma denominata “Notary Platform” e proposta nel 2017 da un team sloveno alla comunità degli investitori internazionali per un crowdsale relativo a un finanziamento massimo di 150.000.000 token Ntry al valore di 15.000 Btc. Il progetto, sebbene fallito in quanto non ha avuto il successo sperato dal gruppo dei proponenti, non avendo esso raggiunto i livelli minimi di finanziamento previsti per avviarne lo sviluppo e ingegnerizzazione, e esemplificativo del sentire internazionale in tema di contrattualizzazioni.

Dal punto di vista tecnico, la piattaforma proposta, pubblicizzata in Internet [Url: https://www.notary-platform.com], si poggia sui servizi di moneta virtuale della piattaforma tecnologica Ethereum per lo scambio di denaro, ed è rivolta alla contrattazione libera di beni e servizi, mettendo in contatto le parti contraenti. 

Alla base di tale servizio di contrattualizzazione ci sono dei contratti “standard” disponibili (studiati da esperti di contrattazione dei vari settori di interesse) che le parti possono utilizzare. L’avvenuta contrattualizzazione fa, quindi, ricorso alla blockchain proposta per garantirne la validità e il tracciamento nel tempo. All’atto della firma digitale di uno di tali contratti standard, l’apposizione di una marca temporale e l’hash dei documenti e degli allegati vanno a definire i dati principali della transazione nella blockchain. Il contratto così firmato e gli eventuali allegati, sono spediti, quindi, dalla piattaforma alle parti (ad esempio via email), mentre i pochi dati della transazione va in una blockchain. Le tipologie di contratto indicati tra i servizi offerti sono: i contratti di opzione, e cioè un accordo tra due parti per scambiare con la transazione la proprietà dei beni (terra, casa, auto, telefoni, etc.) ad un prezzo prestabilito; i contratti di locazione che porterebbero a una semplificazione del processo di locazione immobiliare in affitto; le lettere di credito con cui una banca garantisce che il pagamento di un acquirente a un venditore sarà ricevuto in tempo e per l'importo corretto; le garanzie su prodotti e servizi; i contratti di matrimonio; le certificazioni di funzioni e di corsi; la tenuta di verbali di associazioni, aziende, organizzazioni, etc.

Il modello proposto in tale progetto, è molto semplice e in taluni casi e paesi poco applicabile, ma è interessante analizzarlo per esemplificare le potenziali funzionalità semplici e efficaci che una simile piattaforma, se gestita in modo da essere conforme alle norme, potrebbe offrire alle parti. Ovviamente, il progetto, così come formulato inizialmente, è generico e semplicistico e rivolto a taluni semplici tipi di contrattualizzazione. Esso certamente presenta dei punti di debolezza se fosse applicato a compravendita di beni e servizi assoggettati a vincoli di norma propri dei paesi di “civil law”, ove molte delle transazioni indicate sono per legge in carico a notai.

Dal punto di vista della sicurezza rispetto alla tenuta dei documenti, essendo il contratto firmato, inviato e tenuto dalle parti, non c’è garanzia nella tenuta oggettiva dei documenti nel tempo (il supporto che lo memorizza potrebbe andare perduto, diventare obsoleto, non sarebbe aggiornata la validità dei certificati di firma, etc.). Tale modello, certamente, potrebbe essere molto utile per transazioni di e-commerce, di breve durata e valore economico. 

Si fa presente che ove la tenuta di documenti e transazioni sia per tempi lunghi, o addirittura illimitati come nel caso degli atti notarili, la rete di blockchain utilizzata deve essere non solo qualificata e affidabile nel tempo, ma i documenti e gli allegati oggetto della contrattualizzazione devono poter essere salvati in un sistema di conservazione a norma e sincronizzati con la blockchain associata.

Talune delle piattaforme tecnologiche già in esercizio quali la Ethereum, sono evolute verso una più avanzata forma di contrattualizzazione denotata come “smart-contract”, una forma di contrattualizzazione attiva, in cui eventi di varia natura, sia temporali sia legati a taluni accadimenti possibili nella vita di un contratto, ne determinano specifiche attuazioni e cambiamenti. 

Negli smart-contract sono insiti i meccanismi applicativi automatici che eseguono un pagamento o autorizzano una determinata azione. Gli smart-contract fanno ampio uso di componenti crittografiche e di gestione distribuita dei registri, realizzati con la tecnologia dei blockchain.

Tale tipologia di contratti apre ampi scenari applicativi e può rappresentare un’area di crescita del Notariato e di evoluzione del ruolo del notaio stesso. Il notaio come esperto di dominio, in grado di fornire conoscenza a un sistema esperto, quale quello di una specifica piattaforma tecnologica di contrattualizzazione, analoga a quella precedentemente discussa nelle funzionalità. Un esperto nazionale/internazionale, in grado di definire le regole e i confini di applicazione di tali contratti in seno a uno o più contesti normativi di riferimento, affiancando anche iniziative private globali nel senso dell’economia digitale.

Ciò richiede un’attenta valutazione del rapporto tra le procedure amministrative legate alla gestione della pubblicità legale e lo sviluppo di potenziali nuovi servizi collegati alla gestione in rete dei contratti in diversi contesti economici, di interesse per i rapporti commerciali e tra privati (commercio elettronico, smart-contract, economia dei dati), servizi che possano essere di supporto allo sviluppo di nuove attività imprenditoriali operanti in modo sinergico e coerente con la normativa vigente.


Conclusioni

Ritornando al quesito posto dal convegno, alla luce dello scenario sopra delineato, si può asserire che nei prossimi anni tutte le categorie professionali e, quindi, anche i notai, si dovranno scontrare con le trasformazioni prodotte e indotte dalla tecnologia nella società. 

Non reagire per tempo a tali sollecitazioni, in molti casi significherà perdere la centralità del proprio ruolo o addirittura rischiarne la scomparsa in taluni casi.

È quindi importante aprire a nuove forme di collaborazione anche con imprese innovative per poter valutare nuovi paradigmi di sviluppo di rapporti tra soggetti che emergono in contesti innovativi. Ciò al fine di poterne cogliere a pieno le opportunità e contribuire a indirizzare ove possibile gli obiettivi. 

Oggi, con la piena operatività dell’atto digitale e della sua tenuta illimitata nel sistema di conservazione e sotto la forte propulsione di una globale economia digitale, è richiesto al Notariato un ruolo attivo, attento e ben coordinato nei confronti dell’innovazione e dei nuovi servizi che da esse potrebbero scaturirne, ma anche una buona dose di creatività e di immaginazione, elementi questi a cui l’operatore del diritto non è abituato.

Occorre avere una strategia di lungo respiro, evitando le sperimentazioni svolte in un quadro non organico e di medio-lungo termine, che ribadisca le prerogative del notaio e le peculiarità proprie della sua funzione di garanzia ai terzi, essere presente in modo partecipativo e attivo e, per non svilire il ruolo del Notariato, aprire a una visione non meramente tecnologica della gestione dei diritti, delle informazioni e dei poteri di accesso ai dati.

Resta ferma comunque la convinzione che

il notaio ha avuto e continuerà ad avere un ruolo strategico per garantire una maggiore efficienza, trasparenza e certezza nei rapporti tra la pubblica amministrazione, imprese e soggetti privati;

  • la fase di rivisitazione in chiave telematica delle procedure tradizionalmente di competenza del Notariato continua con efficienza a fornire risultati, che hanno dato alla categoria nuova rilevanza;
  • il notaio è indispensabile in quanto soggetto propositivo e attivo nell’applicazione delle nuove tecnologie, sia dal punto di vista della partecipazione agli aspetti normativi, che nella reale e tempestiva definizione e applicazione di nuove procedure basate sull’impiego di tecnologie telematiche;
  • la funzione notarile, nel contesto dell’evoluzione dei rapporti economici basati su transazioni di tipo telematico, si può arricchire di nuove e interessanti prospettive anche per le necessità di certezza e tracciabilità legate a transazione tra soggetti privati non regolamentati da specifiche norme in merito alla pubblicità degli adempimenti;
  • diverse forme di rapporti tra soggetti privati svolte in rete non mutano la natura giuridica dei problemi e se da un lato garantiscono maggiore efficienza, dall’altro pongono problemi non semplici di opponibilità nei rapporti tra le parti.